Trento, sabato 30 gennaio 2016
L'Italia e l'Europa
nella crisi globale
da l’Adige di
sabato 30 gennaio 2016
All'ombra di Alex Langer si tiene oggi uno degli incontri organizzati dalla scuola di formazione politica a lui intestata.
Sarà Gianni Bonvicini a tenere una lezione su Italia ed Europa nella crisi mondiale. Il ruolo dell'Italia nei confronti dell'Unione Europea e la sua politica estera .
Sarà l'occasione per fare il punto con uno degli studiosi più apprezzati di politica internazionale sulla situazione attuale dell'Unione Europea al proprio interno e nella crisi internazionale. Bonvicini si farà alcune domande a cui cercherà di dare risposte: per capire qual è l'attuale politica estera e comunitaria dell'Italia. Quali i suoi pregi e i suoi limiti. Qual è lo stato attuale dell'Unione Europea e quali sono i suoi principali problemi politico- istituzionali. Qual è il ruolo della politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea. L'Italia e l'Europa di fronte alle sfide del terrorismo internazionale e delle migrazioni di massa provocate dalla crisi mediorientale.
E soprattutto Bonvicini - retoricamente - si domanderà - ancora «il "sogno europeo" dei Padri fondatori è ancora attuale? Hanno ancora un futuro le proposte di Altiero Spinelli e l'utopia degli Stati Uniti d'Europa?»
Bonvicini ha un lungo curriculum professionale e di grande peso: è vicepresidente vicario dell'Istituto Affari Internazionali e responsabile del Programma di studi europei (dal 1973). Presiede l'International Advisory Board della rivista «The International Spectator». È, tra le altre cose anche editorialista di politica estera per il nostro giornale, oltre a fare parte di numerosi gruppi di studio e di ricerca in Italia e all'estero, consulente in Trentino per diversi enti, ma soprattutto a livello europeo. Fu anche l'estensore del programma di politica estera per la coalizione dell'Ulivo e consigliere per l'Europa dell'ex presidente del consiglio e leader della coalizione di centrosinistra Romano Prodi nel biennio 1995-1996). È stato professore a contratto alla Facoltà di Scienze politiche di Roma Tre e Visiting professor in Relazionali internazionali alla J.Hopkins University di Bologna per quasi trent'anni.
È significativo che Bonvicini parli alla scuola «Langer», legata ai Verdi e intestata proprio all'uomo che in qualche modo ha rappresentato la tragicità dell'Homo europaeus - secondo la definizione di Paolo Prodi - fortemente intriso di una visione alta e ampia della politica continentale e costretto a fare i conti con la realtà di una frammentazione nazionalista che ha impedito la costruzione politica di un continente.
L'appuntamento è in sala Rosa, al secondo piano della Regione, in piazza Dante, dalle 15 alle 18,30. |
Trento, 31 gennaio 2016
C'È un incendio attorno all'Europa
La lezione Gianni Bonvicini alla scuola
di formazione politica «Alex Langer»
da l’Adige di domenica 31 gennaio 2016
C' è un incendio attorno all'Europa: ma è proprio la luce di questi fuochi a farci vedere meglio come costruire una reale unità. Gianni Bonvicini , intervenuto a Trento ieri pomeriggio durante la decima edizione della Scuola di formazione politica e culturale Alexander Langer ha tracciato un quadro preoccupante di quel che sta accadendo attorno e dentro al vecchio continente in una relazione dal titolo Italia ed Europa nella crisi mondiale.
Ma ha proposto tre strade su cui lavorare per spegnere fuochi e realizzare l'utopia di una vera Europa unita. Coinvolgere tutti gli attori dell'attuale crisi internazionale, dalla Russia di Putin all'Arabia Saudita, puntare ad una grande forza multinazionale e risolvere il conflitto israelo palestinese con la creazione di due nazioni distinte. Andare in queste tre direzioni secondo Bonvicini, (il cui intervento è stato introdotto da Marco Boato , nella sala rosa della Regione), che è Vicepresidente vicario dell'Iaf, Istituto affari internazionali e dal 1973 è responsabile del Programma di Studi europei, non è solo possibile, ma è l'unica via percorribile per mantenere in vita, nonostante la crescita degli euroscettici, l'idea di Europa unita ed uscire dall'attuale crisi.
L'analisi di Bonvicini ha toccato gli aspetti più vari della situazione attuale: dal terrorismo alla posizione del premier Renzi che sta accentrando il potere a palazzo Chigi con lo scopo di decidere direttamente le questioni europee, velocemente e senza passare da «inutili» organismi istituzionali.
Immigrazione e rifugiati: «La politica d'immigrazione sta avendo un impatto drammatico - ha detto Bonvicini - sullo stesso processo d'integrazione europea e mette in questione i risultati ottenuti negli ultimi decenni. Pensavamo fossero irrevocabili alcune conquiste: invece sta riemergendo il problema dei confini interni. Credevamo di averlo risolto con Schengen: non è così. Riappaiono della barriere fisiche, come il filo spinato in Ungheria». L'immigrazione sta poi mettendo in dubbio alcuni dei valori fondanti dell'Unione europea come la solidarietà. Ma il problema riemergente è che il consiglio europeo non è un vero e proprio governo sovranazionale. La situazione dell'immigrazione resta caotica e senza una guida unitaria.
Terrorismo: tra il 1990 e il 2000 abbiamo avuto una belle epoque, così chiamata dai politologi francesi. Sembrava arrivata un epoca di pace. Nel 2014 abbiamo iniziato a parlare di una nuova guerra mondiale. «L'Europa nel 2003 cercava di costruire attorno a se un "cerchio di amici", siamo passati ad avere un "cerchio di fuoco" - ha spiegato Bonvicini - e ci sono tre minacce incombenti con una profonda radice, secondo i politologi, negli "ismi". Sono lo jihadismo, il putinismo e il populismo». Il fronte sud dell'Europa ricorda una nuova guerra dei 30 anni, dove al posto di cattolici e protestanti si scontrano sunniti e sciiti. Si ridisegnano i confini, le gerarchie di potere. In Medio Oriente si stanno sfaldando i confini del 1916, esattamente in tre paesi che erano stati disegnati «col righello»: Libano, Siria e Iraq.
Il primo fattore che ha fatto esplodere il Medio Oriente è stato quel che Bonvicini ha definito il «terrorismo 1.0». Al Qaeda con l'attacco all'America.
Poi le guerre americane in Afghanistan e Iraq, quella europea in Libia, hanno fatto saltare gli equilibri. Infine le primavere arabe hanno compiuto l'opera di destabilizzazione. Nasce infine l'Isis: con una fortissima centralizzazione ha un controllo capillare del territorio. Il resto è cronaca. 18.111 morti per terrorismo nel mondo nel 2013. Aumento nel 2014: 32.658 morti. Per il 2015 non ci sono ancora dati ufficiali. Il 78% delle vittime però sono tra Iraq, Pakistan e Nigeria e non è Isis il responsabile maggiore, ma Boko Haram, che colpisce soprattutto in Africa. «In Europa quando Parigi è stata colpita non si è fatto appello all'articolo 222 del trattato di Lisbona - ha detto Bonvicini - dove si prevede che se uno Stato viene colpito da atti terroristici scatti la "clausola di solidarietà" degli altri Stati. La Francia ha preferito rapporti bilaterali per evitare di mettere in campo la comunità europea, evitando di porre in dubbio la sua sovranità nazionale».
In Italia? Matteo Renzi ha nominato rappresentante dell'Italia a Bruxelles Carlo Calenda. Una nomina tutta politica. «Il premier ha intenzione di consolidare il suo potere diretto in Europa - ha spiegato Bonvicini - in un processo di centralizzazione che non si vedeva da tempo in Italia». Perché un tempo al parlamento europeo veniva eletto chi nella campagna elettorale parlava di problemi italiani. Oggi chi vuole avere un ruolo politico in Italia deve avere le idee chiare sull'Europa e sul suo destino.
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Trento, 31 gennaio 2016
«UE, POCA COERENZA
INTERNAZIONALE»
BONVICINI:
PIÙ VOCE
NEI TEATRI
DI GUERRA
L’analista alla Scuola Langer: a Mogherini mancano strumenti
dal Corriere del Trentino di domenica 31 gennaio 2016
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